Chiesa e Monastero di San Nicolò
La Chiesa e Monastero di San Nicolò dà il nome alla zona più a nord del Lido di Venezia ed è un luogo importante per la storia e la cultura dell’isola.
La prima Chiesa di San Nicolò
L’edificio originale è stato costruito a metà dell’XI secolo, sotto il doge Domenico Contarini, e inaugurato nel 1053. Era una piccola chiesa a tre navate, con tre cappelle absidali, e si trovava un centinaio di metri più indietro rispetto a quella attuale. Oggi se ne intravede solo una piccola parte dal chiostro.
Il Monastero
Il Monastero, ancora più antico, venne fondato nel 1043 e oggi si possono ammirare due capitelli veneto-bizantini dell’epoca della sua prima costruzione. Venne ricostruito nel 1500 circa, ed è a quella data che risale il Chiostro. Questo è anche il luogo in cui si erano riunite le truppe prima della partenza della IV Crociata, voluta da Papa Innocenzo III.
Convertito in caserma militare durante il periodo napoleonico, dopo il 1770 passò sotto la guida dei Francescani. In quell’anno, infatti, il Senato veneziano emanò un decreto con cui soppresse quattro monasteri benedettini, tra cui quello di San Nicolò al Lido.
Oggi il Monastero ospita una sede del Global Campus of Human Rights e del Master in diritti umani.
La ricostruzione
La chiesa attuale, a navata unica, risale invece al 1627, mentre il campanile in stile barocco è datato tra il 1626 e 1629. Vale la pena entrare a San Nicolò per ammirare lo splendido mosaico a pavimento dai motivi geometrici e floreali, restaurato tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, e oggi l’accesso alla Chiesa è consentito solo durante le celebrazioni della Santa Messa. Inoltre, al suo interno si trova un coro con rilievi del Seicento che raffigurano scene della vita del Santo, il dipinto di una Madonna con il putto di Palma il Vecchio, e un altro che rappresenta un San Giovannino, di Palma il Giovane. All’esterno, sopra il portale, si trova la statua del doge Domenico Contarini.
Nel 1940 sono stati riscoperti i capitelli corinzi dell’XI secolo, murati durante il periodo napoleonico.
Le reliquie di San Nicola
C’è un aspetto non molto conosciuto che riguarda la Chiesa di San Nicolò, ed è il fatto che vi sono conservate parte delle reliquie di San Nicolò: quello stesso San Nicola che è oggetto di numerosi pellegrinaggi nella città di Bari.
Intorno al 1100, le reliquie furono trafugate da Myra, in Anatolia, e vennero portate al Lido passando per Mira, sulle rive del Brenta.
Appena arrivato al Lido, il Santo venne subito proclamato protettore della flotta veneziana e dei soldati che si dirigevano verso la Terrasanta.
Un’occasione per entrare nella Chiesa di San Nicolò è a maggio, per la messa solenne dello Sposalizio del Mare, celebrazione affascinante e unica nel suo genere, che viene rievocata durante la Festa della Sensa (cioè, dell’Ascensione).
Tradizionalmente, la celebrazione iniziava il giorno prima dell’Ascensione, quando il bucintoro, la galea dei dogi di Venezia, usciva dall’Arsenale per essere esposto e decorato sulla riva degli Schiavoni. Il giorno dopo il doge, accompagnato da una corte di altre eminenti personalità di Stato, s’imbarcava sul bucintoro che salpava verso il Lido accompagnato da altre imbarcazioni e gondole. Arrivati al Lido, il doge svuotava in mare un’ampolla di acqua santa e gettava un anello d’oro benedetto dal patriarca di Venezia pronunciando (in latino) la frase: “Ti sposiamo, mare nostro, in segno di vero e perpetuo dominio.” Infine, si celebrava una santa messa nella Chiesa di San Nicolò.
Oggi la città organizza ancora un corteo navale con centinaia di imbarcazioni ed è il sindaco, in presenza del vescovo, a gettare in mare l’anello che simboleggia l’unione tra Venezia e il mare.